Isis parla di amore e di separazione, tema caro a chi scrive canzoni come dimostrano altri due brani: Brilliant disguise, piuttosto nota, e Parole d'amore scritte a macchina, vero piccolo gioiello. Quanto a Dylan, c'è chi invoca riferimenti autobiografici (a metà degli anni Settanta, quando fu scritta, il suo matrimonio con Sara, la madre di Jakob, cominciava il proprio naufragio), e c'è chi invoca una metafora dell'Odissea, con il protagonista che si sposa, si lascia e poi torna alla propria Itaca.
Qui e ora, con tutta la modestia del contesto, il mio piccolo desiderio è che Isis possa essere solo l'immagine - scontata, ma non troppo - della bellezza dell'arte. E che così si contrapponga alla follia dell'integralismo.
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